Ricostruzione mammaria

La ricostruzione della mammella dopo mastectomia per tumore può essere eseguita nei modi più disparati.

La tecnica più usata è quella che prevede l’inserzione di un espansore subito dopo l’intervento di mastectomia con lo scopo di creare una quantità di tessuto cutaneo tale da ospitare una protesi mammaria definitiva.

Questo metodo è forse il più sbrigativo ma con risultati estetici alquanto deludenti in quanto la cute venutasi a creare in questo modo è molto sottile e mal si adatta all’impianto protesico, mettendo quasi sempre in rilievo le pieghe della protesi stessa.

Trovano poi impiego numerose serie di lembi tra i quali merita menzione il “tram flap”.
Questo lembo prevede la ricostruzione mammaria mediante utilizzazione della parte inferiore dell’addome (quella compresa fra l’ombelico e il pube) e veicolata in situ grazie all’arteria epigastrica.

Questa tecnica dà un ottimo risultato estetico anche perché non prevede l’utilizzo di impianti protesici.
Purtroppo il suo utilizzo è spesso funestato da necrosi cutanee anche con una percentuale del 50% che possono inficiare anche gravemente il risultato estetico.

Di gran lunga più sicuro è l’impiego di un lembo dorsale, che permette di veicolare nella zona mammaria non solo della cute necessaria ma anche il muscolo gran dorsale di cui è pertinenza.

PRIMA E DOPO

Trascina il divisore nella foto per vedere il caso prima e dopo l'intervento

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I vantaggi di questa tecnica sono molteplici: in primis la cicatrice che rimane sul dorso è minima e facilmente occultabile con un reggiseno o costume da bagno, inoltre la rotazione del gran dorsale a livello toracico permette di reintegrare la muscolatura del pettorale asportato durante la mastectomia e di bonificare l’area irradiata con un apporto ematico adeguato.
Sotto tale muscolo è quindi possibile inserire una protesi per un giusto equilibrio volumetrico.

Nella quasi totalità dei casi è richiesta la riduzione e la pessi della mammella controlaterale per una completa simmetrizzazione.

Personalmente eseguo questi interventi in contemporanea, provvedendo sempre nella stessa seduta a ricostruire pure il complesso areola-capezzolo utilizzando parte del capezzolo e dell’areola controlaterale, oppure un innesto di mucosa labiale.

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